Home sweet home - Part 2

Last week we left you in Tuscany immersed in the history of Richard Ginori and its huge artistic production.
We can't help but continue our story starting from Chianti, the wine region par excellence. We arrive in front of Antinori Tignanello estate after many kilometers of vineyards interspersed with fields of sunflowers and ancient farmhouses. We turn off the radio to savor everything we missed of Italy: the cicadas, the wind moving the leaves and the birds flying low announcing one of the classic summer storms that gives some relief.
Visiting a winery, especially if private, is always a unique emotion for wine lovers which usually ends with a tasting of some of the wines produced on site which, in this specific case, are some of the best red wines that you will find on the market or in the best restaurants.
One last and slow contemplation of the spectacle of the hills at sunset and we are on our way back to Florence with, finally, a dinner at Osteria Gucci.

 

Tuscany countryside - Tignanello winery
We told you about Osteria Gucci last year when, alas, after a very short time from its opening, the refined restaurant had to close its doors due to Covid-19 and the lockdown. Finally reopened, we could not help but book (well in advance) a dinner in the Gucci Garden restaurant, a jewel that seems to have been designed in every detail by a Baroque artist.
The restaurant is located inside Palazzo della Mercanzia in Piazza della Signoria, a historical and romantic setting at the same time where we find young musicians playing outdoors in front of a crowd made up - almost exclusively - of tourists.
We arrive in front of the entrance early, which allows us to take a tour inside the boutique that exhibits and sells unique pieces of disarming beauty. Above all, the capsule collection that Gucci has created with printed fabrics of the iconic Ken Scott brand (now owned by Mantero Seta Spa), the American designer who lived in Milan from the second half of the 1950s to the end of the 1970s.
Gucci Garden interior
Ken Scott for Gucci 
The space, conceived by the creative director Alessandro Michele, is composed of several thematic rooms starting from the Gucci Garden Gallery which embodies the new vision of the Maison, paying homage to the Gucci archive with historic advertising campaigns, a focus on craftsmanship and some vintage objects. .
The Gucci Garden is a truly hypnotic place between imagination and reality and is represented by the Gucci Eye.
Gucci Eye

After visiting the boutique, we sit down at our table where the real journey begins under the banner of taste and traditional flavors revisited by Chef Bottura. In the kitchen we find Karime Lopez, born 1982, who worked as a sous chef at Osteria Francescana learning all the secrets from her Master. She, like many young people (and we know that at 39 she is still very young!) started this career after an artistic experience began in the Ville Lumiere, whose cafes and bistros literally dazzle her: "In the French capital, when I saw restaurants, pastry shops, I discovered that cooking could also be a form of art. So I decided to change my path ».
Karime Lopez
In addition to savoring the culinary experience, we are really impressed by the flawless service, which unfortunately we are not used to in Asia. Here, every course is served at the same time to each diner (not at all obvious) to avoid the embarrassing situation in which you have the dish in front of you but you have to wait for the others to be served. Every single dish is explained in detail without leaving out some interesting story ... in short, we can only go out happy to have had this experience that we share with you through social media and some amateur shots.
Appetizer served in Ginori plate with Pinti Ellade cutlery
Homemade bread
Dessert with flying butterflies
Cheese plate

Next morning, after a protein breakfast, we slowly leave for Milan to focus on the most awaited event of this summer: the final of the European championships!
(end of part 2)
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italian version
(cronaca di “Sogno di una notte di mezza estate”)
Parte 2

 

La scorsa settimana vi avevamo lasciato in Toscana immersi nella storia del marchio Richard Ginori e della sua immensa produzione artistica.

Non possiamo che proseguire il nostro racconto partendo dal Chianti, la regione del vino per antonomasia. Arriviamo davanti alla tenuta di Antinori Tignanello dopo aver attraversato chilometri di vigne intervallate da campi di girasoli e casali antichi. Spegniamo la radio per assaporare tutto cio’ che ci mancava dell’Italia: le cicale, il vento che fa muovere le fronde e gli uccelli che volano bassi annunciando uno dei classici temporali estivi che danno un po’ di sollievo.

Visitare una cantina, specie se privata, e’ sempre un’emozione unica per gli amanti del vino che, solitamente, si conclude con una degustazione di alcuni dei vini prodotti in loco che, in questo specifico caso, si tratta di alcuni dei migliori vini rossi che troverete in commercio o nei migliori ristoranti.

Un’ultima e lenta contemplazione dello spettacolo delle colline al tramonto e siamo in viaggio per rientrare a Firenze dove ci attende, finalmente, una cena da Osteria Gucci.

Vi avevamo parlato di Osteria Gucci lo scorso anno quando, ahime’, dopo pochissimo tempo dalla sua apertura, il raffinato ristorante aveva dovuto chiudere i battenti a causa del Covid-19 e del lockdown. Finalmente riaperto, non potevamo fare a meno di prenotare (con largo anticipo) una cena nel ristorante di Gucci Garden, un gioiello che sembra disegnato in ogni suo minimo dettaglio da un artista barocco.

Il ristorante si trova all’interno del Palazzo della Mercanzia in Piazza della Signoria, uno scenario storico e romantico allo stesso tempo dove troviamo giovani musicisti che suonano all’aperto davanti ad una folla composta quasi esclusivamente da turisti.

Arriviamo davanti all’ingresso in anticipo, il che ci permette di fare un giro all’interno della boutique che espone e vende pezzi unici di una bellezza disarmante. Su tutti spicca la capsule collection che Gucci ha realizzato con tessuti stampati dell’iconico brand Ken Scott (ora di proprieta’ di Mantero Seta Spa), lo stilista americano vissuto a Milano dalla seconda meta’ degli anni 50 fino alla fine degli anni 70.

Lo spazio, ideato dal direttore creativo Alessandro Michele, e’ composto da diverse sale tematiche partendo dalla Gucci Garden Gallery che incarna la nuova visione della Maison rendendo omaggio all'archivio Gucci con le storiche campagne pubblicitarie, un focus sulle lavorazioni artigianali e alcuni oggetti vintage.
Il Gucci Garden e’ un luogo davvero ipnotico tra immaginazione e realtà e viene rappresentato dal Gucci Eye.

Terminata la visita alla boutique, ci sediamo al nostro tavolo dove inizia il vero e proprio viaggio all’insegna del gusto e dei sapori tradizionali rivisitati da Chef Bottura. In cucina troviamo Karime Lopez, classe 1982, che ha lavorato come sous chef a Osteria Francescana apprendendo tutti i segreti dal suo Maestro. Anche lei, come molti giovani (e sappiamo che a 39 anni si e’ ancora giovanissimi!) ha intrapreso questa carriera dopo un percorso artistico iniziato nella Ville Lumiere, i cui caffe e bistro’, letteralmente, la folgorano: «Nella capitale francesequando ho visto i ristoranti, le pasticcerie, ho scoperto che anche la cucina poteva essere una forma d’arte. Così ho deciso di cambiare percorso»

La tavola e’ classica ed elegante. Troviamo, disposti con cura su una tovaglia bianca, una posateria Ellade di Pinti che comprende anche uno speciale spalmaburro e piatti bespoke creati a mano da Richard Ginori caratterizzati dal pattern “herbarium” (disponibile in verde e rosa) sulla classica forma Antico doccia. Ogni pezzo si puo’ acquistare sia in negozio che online ad un prezzo importante ma, senza ombra di dubbio, unico nel suo genere.

Osserviamo il menu davvero ben strutturato e poetico dove ogni piatto ha un nome curioso come “il disegno di Bruno” o “E che Cappero!” e iniziamo il nostro percorso degustativo con una serie di amuse-bouche belli e buoni, alcuni dei quali appoggiati su una manciata di ghiaccio tritato il cui scopo, oltre che estetico, e’ di mantenere la temperatura. Ordiniamo il polpo in salsa di mare, i tortellini al parmigiano reggiano (famosi worldwide), la carne che verra’ definita “un burro” da uno dei commensali per la sua morbidezza, alcuni dessert e, naturalmente, il principe della tavola: il vino, naturalmente toscano.

Oltre ad assaporare l’esperienza culinaria, siamo veramente molto colpiti dal servizio, impeccabile, a cui purtroppo non siamo abituati in Asia. Qui ogni portata e’ servita nello stesso momento ad ogni commensale (per niente scontato) per evitare l’imbarazzante situazione in cui si ha il piatto davanti ma si deve attendere che anche gli altri vengano serviti. Ogni singolo piatto viene spiegato nel dettaglio senza tralasciare qualche aneddoto interessante... insomma, non possiamo che uscire felici di aver fatto questa esperienza che condividiamo con voi attraverso i social e qualche scatto amatoriale.

La mattina seguente, dopo una colazione proteica, ripartiamo pian piano verso Milano per concentrarci sull’evento piu’ atteso di questa estate: la finale dei campionati europei!

 

(fine della seconda parte)

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