At carnival, anything goes!
Now you're stuck in a moment
And you can't get out of it”
It is officially Carnival in Italy, the festival of masks par excellence that finds its maximum expression in Venice.
Originally its institution is attributed to the Serenissima (1) to grant the population, especially the humblest social classes, a period entirely dedicated to entertainment and celebrations, during which Venetians and foreigners alike flocked to the city to celebrate with wild music and dancing.
In this period, those who wore traditional costumes and masks could completely hide their identity to the point that they were greeted with a "Good morning Mrs./Mr Mask".
Traditional Venetian mask
Today in the Belpaese, Carnival remains a festivity very much felt by children who, helped by parents and grandparents, parade through the streets showing off colorful (and often fun) costumes inspired by fictional characters.
Trying to have fun for a few hours, stepping into the shoes of Uncle Scrooge or Frozen’s Elsa, would not be bad for us either. Imagine for a moment being in an ideal fantasy world where there are no pandemics, where travel is as easy as drinking a glass of water, where "mask" is actually a disguise and not the unbearable surgical mask that’s supposed to protect us from the infamous virus.
It would be wonderful to see the end of this unsustainable imprisonment, but it is definitely hard for us to find a logic in the rules and restrictions of a city that persists in a "zero cases" policy. What is our future going to be? What will happen to all the entrepreneurs in the world of hospitality (and not only), who have invested and are investing, like Tablo, to export excellence to a country thatis now not even the faintest imitation of the Hong Kong we met years ago? And what future will our children ever have? For two years they have been attending online classes and, soon, maybe not even those.
What kind of outlook can we paint if Hong Kong does not reckon with its entrepreneurs? How can anyone think of investing and doing business in a moment that, for still too long, will keep us harnessed here, without the possibility of taking a plane to meet friends, relatives and clients, to start and realize a project smoothly and in a short time?
The rest of the world is turning the page, it is recovering its spaces and, despite being torn apart by two years of crisis, even the Italians are raising their heads after they mourned and buried thousands of dead, even if they are facing an economic crisis that will last longer.
Mong Kok neon lights
We can't help but wonder: who are the real victims of the pandemic? How can we find serenity in doing business without giving up?
Will we see again the Hong Kong of a few years ago with its tourists, people crowding Lan Kwai Fong, full restaurants, neon lights in Mong Kok and the night markets in Yau Ma Tei? As in a worn-out love story, many expats (but also locals) are thinking of leaving Hong Kong for good and looking for new opportunities elsewhere. We ask ourselves: are they making the right choice?
It can't rain forever, it's true, and we are sure this moment, like everything in history, will end sooner or later leaving its scars for each of us. And in the meantime, the only weapons we still have that nobody will never be able to take away from us, are our hope and courage to go on and never give up.
After all, what does not kill you, makes you stronger.
(1) The Republic of Venice, from the seventeenth century Serenissima Republic of Venice, was a maritime republic with Venice as its capital. Founded according to tradition in 697, it established itself as one of the major European commercial and naval powers.
E’ ufficialmente Carnevale in Italia, la festa delle maschere per antonomasia che trova la sua massima espressione a Venezia.
Originariamente la sua istituzione viene attribuita alla Serenissima (1) per concedere alla popolazione, soprattutto ai ceti sociali più umili, un periodo dedicato interamente al divertimento e ai festeggiamenti, durante il quale i veneziani e i forestieri si riversavano in tutta la città a far festa con musiche e balli sfrenati.
In questo periodo, chi indossava i costumi e le maschere tradizionali, poteva celare completamente la propria identita’ a tal punto che, a chi si incontrava per strada, si rivolgeva il saluto “Buongiorno Signora Maschera”.
Oggi nel Belpaese, il Carnevale rimane una festa sentita specialmente dai bimbi che, aiutati da genitori e nonni, sfilano per le strade sfoggiando colorati (e spesso divertenti) costumi ispirati a personaggi di fantasia.
Cercare di svagarsi e, per qualche ora, indossare i panni di Zio Paperone o Elsa di Frozen, non sarebbe male nemmeno per noi. Immaginare di essere per un istante in un ideale mondo di fantasia dove non esistono pandemie, dove gli spostamenti sono facili come bere un bicchier d’acqua, laddove “maschera” e’ letteralmente un travestimento e non l’insopportabile mascherina chirurgica che ci dovrebbe proteggere dal famigerato virus.
Sarebbe meraviglioso riuscire a vedere la fine di questa, ormai insostenibile, prigionia ma ci risulta assai difficile trovare una logica nelle regole e nelle restrizioni di una citta’ che si ostina una politica “zero casi”. Qual e’ il nostro futuro? Che fine faranno tutti gli imprenditori nel mondo dell’hospitality che hanno investito e stanno investendo come Tablo per esportare l’eccellenza in un paese che ormai non e’ nemmeno un’imitazione della Hong Kong che abbiamo conosciuto anni fa. E che futuro avranno mai i nostri ragazzi, che da due anni hanno abbandonato una vera socialita’ scolastica per frequentare classi online e, tra poco, forse nemmeno piu’ quelle?
Che tipo di prospettive potra’ avere un paese che non fa i conti coi suoi imprenditori? Come si puo’ pensare di investire e fare business in un momento che, per ancora troppo tempo ci terra’ imbrigliati qui senza la possibiita’ di prendere un aereo per incontrare amici, parenti e clienti, iniziare un progetto e vederlo realizzato in breve tempo e senza intoppi?
Il resto del mondo sta andando oltre, si sta riprendendo i propri spazi e, seppur straziati da due anni di crisi, anche gli italiani nella madre patria stanno rialzando la testa dopo aver pianto e seppellito migliaia di morti, con una crisi economica che si protrarra’ certamente per un bel po’.
Non possiamo fare a meno di chiederci: chi sono le reali vittime della pandemia? Come possiamo ritrovare la serenita’ nel fare impresa senza gettare la spugna?
Rivedremo mai la Hong Kong di qualche anno fa coi suoi turisti, la gente a Lan Kwai Fong, i ristoranti pieni e le luci al neon di Mong Kok, il night market di Yau Ma Tei? Come in una storia d’amore ormai logora, molti expats (ma anche locals) stanno pensando di lasciare Hong Kong per sempre e cercare spazio altrove. Ci chiediamo: stanno facendo la scelta giusta?
Non puo’ piovere per sempre, e’ vero, e siamo certi che anche questo momento, come tutto cio’ che e’ storia, finira’ non prima di aver lasciato le sue cicatrici in ognuno di noi. E nel frattempo, le uniche armi che ci restano e che non riusciranno mai a toglierci, sono la speranza e il coraggio di andare avanti e non mollare. Del resto, quel che non uccide, ci rende piu’ forti.
(1) La Repubblica di Venezia, a partire dal XVII secolo, Serenissima Repubblica di Venezia, è stata una repubblica marinara con capitale Fondata secondo la tradizione nel 697, si affermò come una delle maggiori potenze commerciali e navali europee.