"Mare, profumo di mare"
For years we have been looking for the perfect restaurant by the sea, a place where relaxation and a passion for food could perfectly blend, the perfect environment where to sit and taste all the best that the sea and the hands of a expert chef can create.
Here we are to tell you about Mauro and Catia, the two Uliassi brothers born and raised in Senigallia, a charming town in the Marche region overlooking the sea in the province of Ancona and a holiday destination for many Italian and non-Italian.
We start our tasting with a foie gras loaker accompanied by a very fresh and light shot of Kir Royale and, to follow, the first course: frozen sea urchins served on a crispy cuttlefish ink basket with mandarin and saffron. Everything blends perfectly and the frozen sea urchin that literally melts in the mouth is really an explosion of the sea that refreshes us and prepares us for the next course: steamed sole with warm lettuce and a truly delicate bergamot reduction but with all the scent of bergamot.. pure poetry.
A short break takes us to the beach under a tent dedicated to the guests of the restaurant, a relaxing space to enjoy the sea breeze, the sound of the waves and forget for a moment that it is Sunday and that, after lunch, we have to take the car and head to the big city, diving back into the chaos and frenzy of the Milanese capital waiting for the next weekend.
Se il mare d’inverno puo’ sembrare un po’ triste e maliconico, teatro di grandi riflessioni sulla propria vita mentre si cerca (invano) un caffe’, l’estate modifica di colpo ogni sensazione e qualsiasi localita’ marittima si trasforma in un quadro a colori con un sottofondo di giocosi gabbiani e bambini che si divertono a fare castelli di sabbia. L’Italia da giugno a fine agosto diventa teatro di partite a carte sulla spiaggia, passeggiate lunghe in riva al mare, riposini pomeridiani all’ombra delle pinete e tutti i ricordi d’infanzia che possiamo tirar fuori dalla nostra mente.
Per anni abbiamo cercato il ristorante perfetto in riva al mare, un luogo in cui si potessero fondere perfettamente il relax e la passione per il cibo, l’ambiente perfetto in cui sedersi e assaggiare tutto il meglio che il mare e la sapiente mano di uno chef esperto possano creare.
Tempo fa quindi, sapendo di andare in Romagna per un matrimonio di amici, abbiamo pensato: perche’ non allungare di un’oretta e prenotare da Uliassi? Chi vi scrive ebbe la fortuna di cenare in questo storico ristorante ormai 18 anni fa, molto prima della passione per il turismo enogastronomico, molto prima dei viaggi oltreoceano e di Hong Kong. Quello fu forse il battesimo nei confronti della ristorazione con la R maiuscola che, nel lontano 2005, mi fece emozionare.
Eccoci qui a raccontarvi di Mauro e Catia, i due fratelli Uliassi nati e cresciuti a Senigallia, ridente cittadina marchigiana affacciata sul mare in provincia di Ancona e meta di numerosi vacanzieri italiani e non.
Non appena varchiamo la porta di ingresso, il nostro sguardo si perde nel blu del cielo e del mare che quasi si fondono in un unico elemento. L’atmosfera che si respira e’ calda e accogliente, proprio come la giornata che ci accompagna in questo viaggio olfattivo e gustativo. Il personale di sala ci fa sedere fuori in veranda, a 2 passi dalla sabbia dorata... eccolo il perfetto ristorante di mare!
Iniziamo la degustazione con un loaker di fegato grasso accompagnato da uno shot di Kir Royale veramente molto fresco e leggero e, a seguire, la prima portata: i ricci ghiacciati serviti su un cestino croccante al nero di seppia con mandarino e zafferanella. Il tutto si fonde perfettamente e il riccio ghiacciato che si scioglie letteralmente in bocca e’ davvero un’esplosione di mare che ci rinfresca e ci prepara per la prossima portata: la sogliola al vapore con lattuga tiepida e una riduzione al bergamotto veramente delicata ma con tutto il profumo del bergamotto.. poesia pura.
La portata successiva ci ricorda molto l’amico chef Igles Corelli quando ci disse, durante un’intervista sulla cucina circolare, di non buttare via le teste dei gamberi ma riutilizzarle per fare delle salse, per mantecare il risotto e molto altro. Questo piatto che lo Chef Mauro Uliassi ci prepara e’ proprio un inno alla freschezza del gambero che viene servito sgusciato e crudo e decorato con una salsa di cervella (del gambero stesso) profumata allo zenzero e arancio. A seguire abbiamo lo spiedino di calamaretti alla griglia con shot ghiacciati di citronette, un Rimini fest, una reinterpretazione di un piatto “popolare” che spesso nelle localita’ marittime viene servito nei mercati e si gusta in piedi, mentre si passeggia sul lungomare.
Una breve pausa ci porta in spiaggia sotto una tenda appositamente dedicata agli ospti del ristorante, uno spazio di relax per godere della brezza marina, del rumore delle onde e dimenticarsi per un momento che e’ domenica e che, terminato il pranzo, bisognera’ riprendere l’auto e dirigersi nella grande citta’, rituffarsi nel caos e nella frenesia del capoluogo meneghino nell’attesa del prossimo week end.
Ritorniamo al nostro tavolo accolti da Chef Mauro che ci racconta il prossimo piatto: ricciola alla puttanesca. Ne approfittiamo per dirgli che veniamo da Hong Kong e che lavoriamo con numerosi ristoranti come supplier di tableware e cookware, rappresentando, tra le altre cose, Le Coq Porcelaine che troviamo sui tavoli del suo ristorante. Hong Kong per lui rappresenta molto; in passato segui’ un progetto, il Domani restaurant, portando con se’ in Asia alcuni tra gli chefs piu’ popolari oggigiorno: Michele Bernacchia di BrightView, Valentino Ugolini di Ciak e Luca Marinelli di Osteria Marzia. Qualche momento di immancabile amarcord e siamo pronti per l’ossobuco alla marinara, un incredibile connubio tra pesce e carne, qualcosa che non avevamo mai assaggiato prima d’ora e che si traduce in un ossobuco di vitello accompagnato dalle trippe del baccala’. Davvero particolare.
Arriviamo al piatto, a nostro avviso, piu’ speciale; quello che sembra il piu’ semplice sulla carta ma che si dimostra quello piu’ complesso, con un mix di sapori che mai avremmo pensato di fondere insieme e che creano un’emozione al palato che quasi non vorremmo finisse mai: pasta e pomodoro alla Hilde. “E chi e’ Hilde?”, chiediamo noi incuriositi. Il maitre ci spega che Hilde e’ una profumiera, un naso esperto di fragranze molto conosciuta a Senigallia che suggeri’ tempo addietro a Chef Mauro di combinare il pomodoro al fico. Mai suggerimento fu piu’ azzeccato secondo noi, tanto da decretare questo piatto come il migliore della degustazione. Il fico si sente ma non copre il sapore della pasta e del sugo ma e’ come una spruzzata di profumo che si sente sia nel naso che nel palato. Una vera chicca!
Terminiamo la parte salata della degustazione con spigola alla griglia, salsa di vino bianco, morchelle e pesche, un finale che ci accompagna ad un sorbetto di cabossa (frutto del nostro Theobroma cacao, la pianta del cacao), mandorle tostate, mango e meringa che si presenta come qualcosa di animato che ti aspetti che spicchi il volo e ti giri intorno come una farfalla colorata. A seguire il Senigallia brest, una rilettura di un altro classico francese, il Paris-Brest, che prende il nome dalla storica corsa ciclistica e che è una ruota di pasta choux con all'interno una crema alla nocciola.
Arriviamo al caffe’ e alla piccola pasticceria, immancabile in un ristorante di questo tipo. Chiacchieriamo con Catia, sorella di Mauro, in merito alla prima volta in cui siamo venuti a cena qui, 18 anni fa, ospiti di un amico di famiglia che ci ha lasciato e che amava cosi tanto questo posto da organizzare dei pranzi “lampo” a Senigallia partendo da Milano in moto solo per la cucina di Mauro. Pensiamo che il motivo per cui persone come i fratelli Uliassi amano cosi tanto il loro lavoro, un mestiere duro che necessita di dedizione, passione e fatica, sia proprio questo: l’amore che i clienti sviluppano per la loro cucina tanto da macinare chilometri solo per assporarne i piatti.
Mentre guidiamo verso Milano, lasciandoci alle spalle il mare e l’aria salmastra, riflettiamo sulla sensazione che l’industria della ristorazione negli ultimi anni abbia subito un vero e proprio colpo. Non solo a causa del Covid ma anche perche’ il presentimento, visibile e riscontrabile in Italia come ad Hong Kong, e’ che sia sempre pu’ difficile trovare personale disposto ad investire sull’apprendimento, sul proprio avvenire, sul tempo. Chi opera nel settore da anni e ad altissimi livelli ha certamente fatto gavetta, imparato da un “maestro” e, con dedizione e duro lavoro, e’ arrivato ad essere tra i migliori. Oggi ci sembra che molti giovani non abbiano piu’ intenzione di fare la gavetta, di investire tempo nel presente per avere un ritorno futuro e il timore e’ che un domani la ristorazione italiana possa perdere i suoi protagonisti. Abbiamo parlato piu’ volte del made in Italy, dell’italianita’ e del fatto che il Belpaese sia un vero e proprio marchio di fabbrica conosciuto internazionalmente come sinonimo di eccellenza; non possiamo permetterci, a nostro avviso, di perdere questo primato, specie nella nostra tradizione culinaria che nei secoli ha stregato viaggiatori di ogni tipo, attori, capi di stato e, specialmente, investitori.